Il territorio romagnolo è ricco di antichi borghi incantati e di suggestivi castelli splendidamente conservati. Abbiamo già parlato di come si possa facilmente raggiungere le Marche per visitare Gradara e la sua Rocca Malatestiana, oppure la frazione di Montebello di Torriana con il misterioso castello che ospita la leggenda del fantasma di Azzurrina. Oggi parleremo di un altro borgo, altrettanto affascinante ma ingiustamente meno conosciuto: ci riferiamo a San Giovanni in Marignano, un paese dal territorio fertilissimo che ancora oggi vive della sua florida agricoltura; come si può arrivare a San Giovanni in Marignano, cosa si può vedere e dove si può andare a mangiare in questo posto magico? Andiamo a scoprirlo assieme.
San Giovanni in Marignano, qual è la sua storia e come raggiungerla da Riccione
Raggiungere San Giovanni in Marignano da Riccione è davvero semplice, considerata la distanza ridotta fra le due cittadine; è sufficiente percorrere un quarto d’ora sull’Austostrada Adriatica A14 con la vostra automobile, oppure, se preferite prendere un mezzo, uno dei numerosi treni o autobus che percorrono questo breve tragitto di poco superiore ai 10 chilometri. Una volta arrivati vi ritroverete in un luogo dalle mille sfumature, in perfetto equilibrio fra il mare e la collina, situato a una distanza intermedia fra la Valle del Conca e le spiagge della riviera. Popolato da meno di 10.000 abitanti, il grazioso paese di San Giovanni in Marignano era ai tempi uno dei borghi favoriti dalla famiglia dei Malatesta proprio per la sua posizione privilegiata.
Ma fin dall’epoca tardo-romana questo borgo era noto per il suo territorio particolarmente fecondo dal punto di vista agricolo: il nome stesso del paese deriva dalla prima costruzione religiosa eretta nel suo centro, intorno al XII secolo, ovvero la Chiesa di San Giovanni Battista; nel Quattrocento, sotto il controllo dei Malatesta, il borgo diventò una delle principali risorse economiche dei signori di Rimini, tanto da diventarne un enorme deposito di grano e da beneficiare di una cinta muraria progettata con la consulenza di Filippo Brunelleschi. Nel corso del Cinquecento, con le numerose dispute che videro protagonisti proprio i Malatesta, la Repubblica di Venezia e lo Stato della Chiesa, quest’ultimo riuscì ad ottenere il controllo su San Giovanni in Marignano, dominio che perdurò fino al momento dell’avvenuta Unità d’Italia. Oggi, il turismo è una delle risorse principali di questo borgo, eletto meritatamente fra i più belli d’Italia.
Chiese, piazze e musei a San Giovanni in Marignano, cosa vedere
Ma cosa si può vedere, oggi, a San Giovanni in Marignano? Il primo posto nel quale metterete piede una volta arrivati in paese sarà senza dubbio Via XX Settembre, ovvero la strada principale del borgo, con i suoi edifici costruiti a cavallo fra il Settecento e l’Ottocento; vi si può accedere attraverso un’antica porta ai piedi della Torre Civica, risalente al Quattrocento. La via è completamente pavimentata a ciottoli e gli inserti a forma di cerchio che si possono vedere di tanto in tanto contrassegnano le fosse granarie dentro alle quali, all’epoca, i Malatesta mettevano al sicuro le loro riserve. Le mura che potete vedere tutt’intorno fanno da perimetro al borgo e, come detto, furono costruite con la consulenza del Brunelleschi.
Al centro del paese, in piazza, sorge la Chiesa Parrocchiale di San Pietro, risalente al XIII secolo: al suo interno si può ammirare una tela del Lazzarini che rappresenta i Santi Benedetto e Mauro, datata 1753. Più lontane dal centro ma non per questo meno meritevoli di una visita, invece, vi sono le Chiese di Santa Lucia e di S. Maria in Pietrafitta: la prima è celebre per la Fiera di S. Lucia che si svolge ogni 13 dicembre e che vede accendersi centinaia di candele per illuminare l’immagine della Santa. Nella seconda, invece, situata sulla via che porta a Tavullia, potrete vedere una serie di lapidi ed iscrizioni davvero suggestive, mentre all’interno si trova una pala dipinta dal Brancaleoni, noto pittore riminense vissuto nella seconda metà del Settecento. Inoltre, a San Giovanni in Marignano si trova un grazioso teatro comunale intitolato ad Augusto Massari che ospita con una certa frequenza spettacoli ed eventi, mentre nei pressi dell’ex Macello si può visitare una Mostra Entomologica nata per valorizzare il patrimonio naturalistico del territorio circostante, con una particolare attenzione nei confronti degli insetti.
Dove mangiare a San Giovanni in Marignano, i suoi migliori vini e i ristoranti
San Giovanni in Marignano, come molti dei borghi dell’entroterra romagnolo, si fa apprezzare anche dal punto di vista enogastronomico, grazie alla presenza di un buon numero di trattorie tipiche, negozi e cantine. Per quanto riguarda i vini, non possiamo esimerci dal consigliarvi i prodotti de La Tenuta del Monsignore, che con i suoi 85 ettari di vigneti è in grado di offrire uno dei migliori Trebbiano della zona (ma è delizioso anche il suo Pagadebit ed il Cabernet Sauvignon “Dioniso”); un altro protagonista dell’attività vitivinicola romagnola è rappresentata senza dubbio dalle cantine di Enio Ottaviano (del quale abbiamo già parlato nel nostro articolo sulle migliori cantine dell’entroterra romagnolo) e che produce uno dei Sangiovese più pregiati che potrete assaggiare nel corso della vostra permanenza in queste zone.
Anche per quanto riguarda il cibo la scelta non manca: noi ci limitiamo a consigliarvi una buona cena al ristorante Il Granaio (situato al civico 18 di Via Rainerio Fabbro); il locale prende il nome dalle già citate riserve di grano che la famiglia Malatesta conservava nel borgo di San Giovanni in Marignano. Nonostante dall’esterno possa sembrare un posto davvero piccolo, una volta entrati scoprirete delle sale davvero ampie, curate da camerieri gentilissimi che sapranno consigliarvi un menù di prim’ordine: i piatti sono quelli della tradizione nostrana e vengono preparati con ingredienti di assoluto livello; noi vi consigliamo l’antipasto a base di gnocco fritto, l’ottima amatriciana ed i bocconcini di filetto di manzo alle erbe aromatiche. Se non siete ancora sazi, dalla parte opposta dell’isolato (in piena Via XX Settembre) potete provare anche l’Osteria Spacciodivino: anche qui sarete deliziati da pietanze tipiche ma riviste in chiave gourmet; lo sformato di verdure al tartufo nero è ottimo, così come gli gnocchi di patate viola. Buon appetito!